Informativa del Premier alla Camera
Renzi: "il programma dei mille giorni rappresenta l'ultima chance per l'Italia"
Matteo Renzi ha ribadito che il Paese deve tornare a crescere e che alla fine dei 1.000 giorni l'Italia tornera' ad avere il ruolo che merita.
La situazione economica del nostro Paese è stata sintetizzata in modo singolare, ma significativo, da Sergio Marchionne: “l’Italia ce la farà, ma non so quando; non vedo le cose migliorare nel breve termine”. L’amministratore delegato di Fiat-Chrysler, poco dopo la diffusione da parte dell’Ocse dei deludenti dati sul Pil, ha sottolineato che “l’unica cosa per creare crescita sono gli investimenti”; tuttavia, “non riusciamo ad attirare abbastanza capitali”.
Tutte queste cose il Premier le sa perfettamente ed oggi si è presentato alla Camera per un’informativa sul programma di governo. Era il solito Renzi; battagliero, puntiglioso, tenace, anche ottimista -tutto sommato- magari un po’ meno di qualche settimana fa; ma sempre impegnato a cercare di infondere ottimismo e fiducia in un Paese che, in questo momento, appare particolarmente preoccupato dalla crisi economica.
Forse per la prima volta, ha detto chiaramente che le riforme vanno fatte a tutti costi, “anche a quello di rischiare di perdere consensi”, come sempre succede quando si devono toccare interessi e rendite consolidate. Renzi ha illustrato il programma dei mille giorni, precisando che “non si tratta di prendere tempo”. Ha ribadito ancora una volta di non avere alcuna paura delle elezioni, ma “l’orizzonte delle legislatura in corso è quello fissato dalla scadenza naturale”.
“Abbiamo bisogno di tornare a crescere”, ha evidenziato il Presidente del Consiglio; “alla fine del programma dei mille giorni l’Italia tornerà ad avere un ruolo, a fare l’Italia”. Ha sottolineato che la legge elettorale è una priorità “e va fatta subito, non per andare alle elezioni”, ma per sconfiggere “l’incapacità della classe politica”. Ne dà notizia TMnews.
Quanto alla riforma della Giustizia, il Premier ha evidenziato che si dovrà fare ogni sforzo consentito per “cancellare il violento scontro ideologico del passato”. Renzi ha affermato di essere da sempre un convinto sostenitore dell’indipendenza della Magistratura, “contestualmente”, ha aggiunto, “non accettiamo che uno strumento a garanzia dell’indagato (ndr: l’informazione di garanzia) costituisca un vulnus all’esperienza politica o imprenditoriale di una persona”. Riferendosi, evidentemente all’inchiesta su Eni.
Sulla riforma del lavoro, il Presidente del Consiglio ha assicurato che si “procederà con tempi certi e serrati e rispetteremo il lavoro del Parlamento. Altrimenti siamo pronti ad intervenire con urgenza, perché sul lavoro non possiamo perdere un minuto di più”. Renzi ha anche aggiunto che “alla fine dei mille giorni il diritto del lavoro non sarà più quello di oggi, che divide in cittadini di serie A e di serie B” e con una delle sue caratteristiche frasi ad effetto ha detto: “basta ad un mondo del lavoro basato sull’apartheid”.
Per Renzi, il programma dei mille giorni, in sostanza, rappresenta “l’ultima chance per l’Italia”. Il Premier avverte fino in fondo la delicatezza del momento, nel quale l’Unione Europea chiede “riforme subito”, mentre la gente comune ha altre priorità ed ha bisogno di vedere qualche risultato economico, che dia il segno dell’inversione di tendenza.
Il suo consenso personale è sempre alto, nonostante la perdita di diversi punti nelle rilevazioni degli istituti specializzati. Tuttavia, si avvicinano appuntamenti decisivi, soprattutto quello della Legge di Stabilità; oltre a tutte le battaglie decisive che aspettano il Parlamento, come la riforma del mercato del lavoro, della Giustizia, della Scuola, la legge elettorale ed il cammino ancora lungo delle riforme costituzionali e del Senato.
Gli ultimi segnali, riguardanti l’impasse di questi giorni del Parlamento in seduta comune per l’elezione di due giudici costituzionali, hanno fatto pensare a qualche “scricchiolio” del c.d. Patto del Nazareno, siglato con Berlusconi. Infatti, a scrutinio segreto, sembra sempre più difficile -per Berlusconi, ma in parte anche per il PD- controllare e placare i malumori di una base parlamentare che, in alcuni momenti, appare sempre più insofferente di fronte alle decisioni che -secondo alcuni- sarebbero imposte dall’alto.
In ogni caso, i prossimi appuntamenti saranno decisivi per testare lo stato di salute della maggioranza governativa e dell’intesa PD-Forza Italia sulle riforme.
Moreno Morando
(16 settembre 2014)
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