Confindustria
Il PIL non salirà nel 2014
Previsioni al ribasso dal Centro Studi Confindustria che spinge per un rilancio dell'economia nazionale nel 2015. Segnali di arresto della crescita economica anche dagli States. Il FMI rivede il pil USA 2014: da +2,8 a +1,7.
"L'Italia era in crisi prima della crisi e continua a esserlo. Gli ultimi dati confermano le stime del Centro Studi Confindustria di dinamica piatta del Pil nel 2014".
Questi i risultati delle analisi di Confindustria che, aggiunge: "ora bisogna puntare al 2015, lavorando fin dalla metà di quest'anno. Partendo da fermi l'impresa è più difficile, ma non impossibile se si agisce in prima battuta sul credito, sulla competitività e sugli investimenti pubblici. E se si lavora con ancor più lena sui molti fronti delle riforme, per restituire fiducia alle famiglie e alle imprese"
L'economia globale, secondo il Centro studi di Confindustria, sta ritrovando slancio grazie agli Usa e ad alcuni mercati emergenti. Nell'Eurozona, invece, la ripresa non accenna a partire. Èsempre più palese la contraddizione tra una BCE che fa tutto quel che può per contrastare la minaccia di deflazione e tutte le altre politiche che verso la deflazione spingono, sia come meccanismo di aggiustamento degli squilibri competitivi sia come conseguenza delle simultanee restrizioni dei bilanci pubblici. Più che la flessibilità, che è carente nella fase (cruciale per le aspettative) di impostazione delle misure correttive, manca la simmetria; il disordine nei conti c'è anche con un eccessivo surplus, come in Germania, negli scambi con l'estero (nei quali non c'è nessun campionato del mondo da vincere).
Timidi segnali positivi ci sono, tuttavia, anche nella nostra economia: "appare essersi arrestato il deterioramento del mercato del lavoro italiano, al di là delle fluttuazioni mensili", si legge nella Congiuntura flash del Csc. Secondo Confindustria "il numero di persone occupate in Italia è rimasto pressochè stabile nei primi due mesi dell'anno e ha oscillato nei tre successivi: +91mila unità in marzo, -87mila in aprile e +52mila in maggio. Il tasso di disoccupazione inmaggio si è attestato al 12,6%, sui livelli dell'autunno scorso (12,5% in settembre)."
La ripartenza degli occupati, tuttavia, sarà frenata dall'utilizzo ancora alto della cassa integrazione (pari a 350mila le unità di lavoro coinvolte nel secondo trimestre, stabili rispetto al primo) e dai processi di ristrutturazione ancora in atto.
Intanto però il FMI taglia le stime del Pil Statunitense dal 2,8% all'1,7% per il 2014. "Una politica monetaria accomodante negli Stati Uniti resta appropriata ed e' in linea con gli obiettivi della Fed di massima occupazione e stabilita' dei prezzi." Così il Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Politiche di immissione di denaro nel sistema economico impensabili per l'Eurozona e che rischiano di gonfiare una crescita che non c'è.
Francesco Colafemmina
(24 luglio 2014)
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