Crescita
Industria europea: dati deludenti nel primo trimestre
Stenta a ripartire la produzione industriale in Europa. Mentre si attendono i dati sulla crescita di USA e Cina, Draghi lancia un monito all'Europa: "non serve la flessibilità per rilanciare la crescita, ma riduzione della spesa pubblica e taglio delle tasse".
Dati deludenti per l'industria europea a maggio, mese nel quale è tornata negativa la produzione. Secondo i dati di Eurostat, la produzione industriale dei Pasi con la moneta unica ha fatto segnare un calo dell'1,1% dopo il +0,7% ad aprile; analogo l'andamento nell'Unione europea: -1,1% a maggio dopo +0,7% ad aprile. Rispetto a un anno prima la produzione industriale è cresciuta rispettivamente dello 0,5% e dell'1,1%%. L'Italia ha fatto peggio della media (-1,2%), ma si è ritrovata in compagnia delle maggiori economie come la Germania (-1,4%), e la Francia (-1,3%).
C'è attesa intanto per il programma di sostegno alle famiglie promesso dalla BCE e annunciato da Mario Draghi. Secondo Bankitalia un quinto di quei soldi, fino a 200 miliardi di euro in due anni potrebbero essere utilizzati dalle banche italiane per le nostre industrie. In più, secondo il governatore Visco, le nuove regole sui collaterali da versare per i prestiti, potrebbero aggiungere altri 120 miliardi di euro ai fondi disponibili per la ripresa dell'economia reale. E proprio Draghi sembra offrire un suggerimento al Governo italiano sulle strategie per rilanciare la crescita. Secondo il presidente della BCE in audizione presso l'Europarlamento "Le regole attuali già contengono la flessibilità" ma "pensare che la flessibilità sia l'unico modo per far ripartire la crescita è limitato". Per Draghi "il modo migliore" per far ripartire la crescita sono le riforme strutturali che comportino anche la riduzione della spesa corrente ed "abbassare le tasse". "Negli ultimi anni - ha proseguito il numero uno dell'Eurotower - molto è stato fatto per ritrovare stabilità, questo ha riportato fiducia nella zona euro, ma debito pubblico e privato elevati, bassa crescita e disoccupazione inaccettabilmente alta ci ricordano che la questione più pressante è riportare l'area euro su un cammino di prosperità condivisa".
C'è attesa, intanto, per il rapporto semestrale sulla politica monetaria della FED negli Stati Uniti. Il 15 e 16 luglio Janet Yellen presenterà i dati sulla crescita USA che non sembrano entusiasmanti. Sempre il 16 luglio sarà la volta della Cina, dove si attende una stima di crescita intorno al 7,4%.
Francesco Colafemmina
(15 luglio 2014)
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