Riforme
Renzi: "avanti a tutti i costi"
Sono proseguiti i duri scontri in Senato dopo la decisione di tagliare 1.400 emendamenti . Tiene il "Patto del Nazareno" tra il Premier e Berlusconi
La Giunta del Regolamento del Senato ha dato il via libera con 10 voti contro 4 (contrari Sel e M5S) al c. d. “canguro”, in pratica la “tecnica anti-ostruzionismo” con la quale si decide di far decadere gli emendamenti simili a quelli che vengono bocciati dal voto dell’Aula.
Ieri la decisione messa in pratica dal Presidente Grasso aveva provocato una veemente reazione da parte del M5S, della Lega e, soprattutto, di Sel, dato che erano stati proprio i suoi senatori a depositare i 1.400 emendamenti poi dichiarati decaduti.
I tentativi di Grasso di allentare la tensione non sono serviti a molto. Il Presidente ha assicurato che avrebbe fatto un uso “moderato” della “tecnica taglia emendamenti” : “ci sarà un canguro piccolo, un cangurino”; ma i senatori contrari al “progetto Renzi” sul Senato non si sono sentiti affatto rassicurati dalla battuta del Presidente del Senato e le polemiche sono continuate.
IL Premier ha proseguito su una sorta di doppio binario caratterizzato da “bastone e carota”, ma in verità “con molto più bastone”. Infatti, a fronte di un’apertura sulla possibilità di “modificare l’italicum al Senato” (ma bisogna vedere cosa ne pensa Forza Italia), per cercare probabilmente di “dividere” il fronte dei dissidenti; Renzi, per il resto, è andato avanti senza tentennamenti : “non arretreremo di un centimetro. Andremo avanti a tutti i costi”.
Lo scontro è proseguito in Aula, dove peraltro l’accordo Renzi-Berlusconi tiene senza particolari problemi.
Fuori dall’Aula del Senato, intanto, la giornata politica è stata caratterizzata dalle dichiarazioni polemiche del Commissario alla spending review Cottarelli, che ha attaccato il c.d. “partito della spesa”, facendo presente che “si stanno spendendo i soldi provenienti dai risparmi che non ci sono ancora”. La sua reazione è sembrata ai più una risposta alla “provocazione” contenuta nell’articolo di Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera, con il quale si chiedeva “dove fosse finito Cottarelli”.
Intanto, il nuovo Presidente della Consulta Giuseppe Tesauro, nelle brevi dichiarazioni rilasciate dopo la sua elezione (sette voti a favore su tredici), ha indirettamente invitato alla prudenza quando si tratta di modifiche alla Costituzione : “non bisogna aver fretta”.
Moreno Morando
(31 luglio 2014)
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