Associazione Nazionale Magistrati
Giustizia: i Magistrati bocciano la riforma. Indagati i candidati PD alle primarie in Emilia-Romagna
L'ANM ha diffuso un comunicato durissimo contro le linee di riforma annunciate dal Ministro Orlando, nella foto con Renzi. Caos in Emilia-Romagna per le indagini sulle "spese pazze" in Consiglio Regionale.
La giornata di ieri del Governo Renzi era cominciata con un pesantissimo attacco dell’Associazione Nazionale Magistrati alla riforma della Giustizia, annunciata pochi giorni fa ”come una rivoluzione” e che aveva trovato il plauso del Commissario UE competente sulla materia, in visita a Roma.
L’ANM è l’organismo rappresentativo -per statuto, senza carattere politico- che raggruppa la quasi totalità dei magistrati italiani. Basti pensare che nel 2011 risultavano iscritti 8.284 degli 8.886 magistrati in servizio. Non è un sindacato, perché non ha poteri di contrattazione sulle retribuzioni, che vengono invece stabilite con decreto ministeriale. In passato il PDL ed il Partito Radicale avevano accusato l’ANM di “atteggiamenti corporativi” (fonte : Wikipedia).
Secondo l’organismo che rappresenta i magistrati, le iniziative del Governo in materia di riforma del settore “consistono in interventi contenuti e sono in parte frutto di compromesso”. Ne dà notizia adnkronos.
L’ANM fa quindi presente che “le notizie finora diffuse non possono che suscitare delusione”, dato che gli interventi dell’Esecutivo, secondo i magistrati dell’organismo che li rappresenta, “purtroppo non toccano il tema centrale delle risorse, quello che condiziona in larga misura l’efficienza della macchina giudiziaria”.
Nella nota dell’ Associazione Nazionale si precisa che la magistratura “non pone veti ed è pronta a discutere di tutto, ma non potrà tacere di fronte all’inefficacia di una riforma della giustizia definita rivoluzionaria e che, invece, se tali linee fossero confermate, si ridurrebbe a interventi di scarso respiro e a norme punitive, ispirate a logiche che credevamo appartenere al passato”.
L’ANM prosegue poi con una dura critica alla parte della riforma che attiene alla giustizia civile, con un pesante giudizio anche sulla mancanza di risposte “nelle delicate materie etiche e bioetiche". Infine, la nota conclude sottolineando “come l’inerzia della politica vada in parallelo con periodiche, violente accuse rivolte ai magistrati di volersi sostituire al legislatore”.
Si è registrata una reazione negativa alla presa di posizione dell’ANM da parte della “parte renziana” della maggioranza di Governo (ed esempio il vicesegretario PD Guerrini) -mentre non si è fatta sentire la minoranza PD- e di Forza Italia.
Poche ore dopo, tuttavia, la giornata dei dirigenti del PD è stata definitivamente rovinata dalle notizie provenienti dall’Emilia-Romagna, dove sono in programma le primarie in vista delle elezioni regionali, indette a seguito delle dimissioni del presidente Vasco Errani, per una condanna ad un anno di reclusione.
Uno dei tre candidati del PD, Stefano Richetti, ha annunciato di ritirarsi dopo che si era diffusa la notizia che lo stesso risulta indagato per peculato dalla Procura di Bologna, in un’inchiesta sulle c.d. “spese pazze” nel Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna.
Richetti ha dichiarato che la sua rinuncia non è collegata alle indagini, tuttavia la coincidenza non sembrerebbe lasciare alcun dubbio. Poche ore dopo, tuttavia, è arrivata la notizia che anche l’altro candidato del PD, Stefano Bonaccini (sostenuto da Renzi) risulta indagato, sempre per peculato, nella stessa inchiesta che coinvolge altre sei persone. In questo caso, però, l’interessato ha evidenziato che intende proseguire nella corsa per le primarie, dichiarandosi a disposizione della Procura.
Le notizie hanno naturalmente messo in agitazione i dirigenti del Partito Democratico. Tra i protagonisti della politica e sui quotidiani vicini a Berlusconi non è mancato chi ha fatto notare la curiosa coincidenza di tempi tra la presa di posizione dell’ANM e la notizia sulle indagini a carico dei due candidati alla primarie del PD.
Renzi, fino ad ieri sera, non aveva rilasciato dichiarazioni sulla vicenda dell’Emilia-Romagna, ma aveva fatto qualche battuta sulla protesta dell’ANM. In ogni caso, a Bruno Vespa che lo intervistava, ha dichiarato che preferisce “sembrare arrogante, che arrendevole”.
Non c’è dubbio che Renzi -qualunque cosa si possa pensare sul suo metodo comunicativo e sulle priorità scelte dal suo Governo- abbia lanciato alcune sfide a dei veri e propri “totem” per la sinistra ed il sindacato : valga per tutti l’annunciata volontà di introdurre flessibilità nel mercato del lavoro.
Tuttavia, la sfida che si profila con la magistratura organizzata sulla questione della riforma della giustizia ha tutta l’aria di essere ancora più impegnativa per il Presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico.
Insomma, per metterla in versi, si potrebbe dire che, in un ipotetico “sogno”, il suo concittadino Dante Alighieri -cambiando in questo caso il soggetto, che nel secondo canto dell’Inferno era il suo ingegno (“o mente che scrivesti ..”)- gli si potrebbe rivolgere con queste parole: “O Matteo …qui si parrà la tua nobilitate”.
Moreno Morando
(10 settembre 2014)
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