CALCIO E TECNOLOGIA
Gol negato, Galliani torna sulla proposta dei sensori di porta
La palla colpita da Rami sembra essere entrata del tutto nella porta dell'Udinese, il Milan reclama il gol. L'A.d. rossonero scherza, ma non troppo: "Si vede che il colore bianconero condiziona un pò" tornando al gol di Muntari contro la Juventus.
Altro giro altra polemica. Nelle cronache domenicali legate alla giornata di Serie A appena andata in archivio, irrompe il solito, atavico, dilemma: tecnologia sì, o tecnologia no per aiutare l'operato degli arbitri?
A scatenare il polverone, ironia della sorte, è stato ancora una volta un episodio legato alle sorti del Milan. Dopo l'ormai celebre gol “fantasma” di Muntari contro la Juve del 2010, sono nuovamente i rossoneri a protestare: Rami di testa batte a rete sugli sviluppi di un corner, il portiere dell'Udinese Karnezis smanaccia il pallone sì, ma lo fa ben oltre la linea di porta. E' gol, ma non per il direttore di gara che, interpellato il famoso “arbitro di porta”, lascia proseguire innescando tutta una serie di polemiche si sono trascinate fin anche alle scorse ore.
LA POLEMICA – Neanche il tempo del triplice fischio finale (la partita il Milan, stavolta, l'ha vinta lo stesso grazie alla doppietta di Menez) che naturalmente è esplosa la polemica. A farsene portavoce l'a.d. meneghino Adriano Galliani, che nel post gara ha immediatamente invocato a gran voce l'ormai celeberrima “gol line technology”. Niente di diverso da quello che si è visto negli ultimi Mondiali di Brasile e che si sta vedendo in Inghilterra, dove gli arbitri vengono avvisati da un semplice “bip” sul proprio cronografo quando la sfera oltrepassa la linea di porta. Galliani, è noto, sa ben gestire dichiarazioni e battute così in un secondo momento commenta scherzando: “Si vede che il colore bianconero condiziona un po’…”. E se il Milan non è contentissimo, lo ancor meno il patron dell’Udinese Gianpaolo Pozzo che a fine partita mentre Galliani sta già proponendo i sensori di porta sbotta: “Basta, non voglio più vedere Valeri, l'arbitro”. Poi aggiunge: “Non ce l'ho con l'uomo, ma con l'arbitro. Il rigore per me non c’era, ma si vede che qualcuno gli ha fatto vedere il presunto gol del Milan nel primo tempo e allora lui non ci ha più capito niente. Per compensare un presunto errore ne commette altri due o tre”. Pozzo ha il dente avvelenato: “Io lo sapevo perché Valeri ha più di un precedente con noi. Io ho rispetto di tutti, di chi lo ha designato e di chi ci sta dietro perché nel movimento siamo migliorati molto. Uno così non può arbitrare, può andare in C dove non si compromettono le cose, ma in A una sconfitta ha anche un risvolto economico. Quando vedono uno che non va bene lo buttino fuori, perché bisogna rovinare il calcio che è lo sport più bello del mondo? In questi momenti ti viene in mente di dire basta al calcio. Ha rovinato una partita. Se non lo vedo più in giro per i campi di calcio è meglio”. Parole che probabilmente rischiano di tener lui lontano da qualche campo più che l’arbitro…
TECNOLOGIA SI', TECNOLOGIA NO – Il sistema di sensori di porta funziona? Chiedetelo a Josè Mourinho, che con il suo Chelsea, un mese fa circa, aveva prima pareggiato e poi vinto la sfida in casa del Liverpool proprio grazie alla gol line technology. E' successo anche al Manchester, che sabato scorso è andato in vantaggio nel delicatissimo incontro con l'Hull City proprio grazie al fatidico “bip” scattato sul cronometro in dotazione al direttore di gara. Qual è, dunque, la differenza tra Italia e Regno Unito? Semplice. L'Italia spende 1,6 milioni l'anno per i giudici di porta, arbitri in fase di “pensionamento” che, però, in quanto umani non riescono ad essere infallibili. In Premier League, invece, la tecnologia (c'è solo un 2% di possibilità d'errore) ha messo finalmente tutti d'accordo.
Giuseppe Bianchi
(1 dicembre 2014)
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