I Carabinieri li chiamano "furbetti"
Bastonata ai dipendenti pubblici truffaldini
Nell'articolo tutte le modalità fraudolente.
“I furbetti” così il Comando Provinciale dei Carabinieri di Siena ha denominato l’indagine, iniziata nel 2009, che ha assicurato alla giustizia tre dipendenti dell’Azienda Sanitaria locale per aver tenuto comportamenti penalmente rilevanti.
Questi non rispettavano l’orario di ingresso e di uscita dall’azienda utilizzando sotterfugi: affidavano il badge ad un collega compiacente che provvedeva alla timbratura; usavano la pausa pranzo per assistere la prole; utilizzavano l’autovettura aziendale, per ragioni personali, attestando falsamente sul registro di bordo un itinerario diverso da quello effettivamente percorso.
Vista la natura dei reati contestati – truffa in concorso, peculato e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici – il pubblico ministero ha provveduto ad informare, il Procuratore generale presso la Corte dei conti, dando notizia dell’imputazione; ciò al fine di quantificare il danno erariale conseguente a tali condotte.
La Procura erariale, sulla base del prospetto delle ore di lavoro non effettuate dai dipendenti, ha provveduto a definire il risarcimento del danno.
Il caso giudiziario – che ha poi visto condannati i dipendenti – ha suscitato interesse e clamore nell’opinione pubblica determinando in questo modo oltreché un danno erariale anche un consistente danno all’immagine dell’Azienda Sanitaria.
In particolare, la diffusione a mezzo stampa dell’indagine penale e il particolare settore di attività ha contribuito ad alimentare nella cittadinanza un senso di disagio che ha compromesso il rapporto di fiducia cittadino-amministrazione.
In riguardo, la giurisprudenza contabile è costante nel ritenere che l’immagine ed il prestigio della P.A. siano beni-valori coessenziali all’esercizio delle pubbliche funzioni. Il danno all’immagine dell’Amministrazione, che deriva dall’assenteismo, seppur non integra una lesione patrimoniale diretta, è comunque suscettibile di valutazione in quanto dal comportamento tenuto dai dipendenti è derivata una lesione di un bene giuridicamente rilevante.
La Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la Regione Toscana ha ritenuto applicabile la disposizione dell’art. 69 del D.lgs. n. 150/2009, in tema di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, secondo la quale “ il lavoratore dipendente di una pubblica amministrazione che attesta falsamente la propria presenza in servizio, mediante l'alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustifica l'assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o falsamente attestante uno stato di malattia” è obbligato, ferme la responsabilità penale e disciplinare, “a risarcire il danno patrimoniale, pari al compenso corrisposto a titolo di retribuzione nei periodi per i quali sia accertata la mancata prestazione, nonché il danno all'immagine subiti dall'amministrazione” e con la sentenza n. 101/2014 ha condannato i dipendenti ad € 498,2 per danno erariale, e ad € 8.000,00 per danno all’immagine.
Gianmarco Sadutto
(2 giugno 2014)
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