Unione Europea
L'Europarlamento sceglie "l'usato sicuro" e vota Juncker
Ora l'attenzione si sposta sulle altre nomine : Renzi insiste sulla Mogherini agli "Affari Esteri" dell'Unione, nonostante l'opposizione di 10-11 Paesi, che la ritengono "troppo vicina alla Russia di Vladimir Putin".
Com’era ampiamente prevedibile, l’Assemblea plenaria dell’Europarlamento ha approvato la nomina di Jean-Claude Juncker alla Presidenza della Commissione Europea. Hanno votato a favore 422 eurodeputati; contro 250, che sono pur sempre una fetta consistente dell’Assemblea di Strasburgo, composta da 751 parlamentari.
A dar retta agli slogan che vanno per la maggiore, l’ex Premier del Lussemburgo non è esattamente “il nuovo che avanza”, nel senso che rappresenta più di ogni altro la “continuità” della politica europea degli ultimi decenni.
E’ un esponente del Partito Popolare Europeo, cioè la forza politica più votata nelle ultime elezioni. E’ stato fin dall’inizio il candidato unico di Angela Merkel, che è poi riuscita a convincere i leader dei Socialisti ad appoggiarlo, anche perché non c’erano reali alternative sul tavolo. In sostanza, si può dire che “è quello che passa il convento” nell’attuale contingenza della politica europea; o, meglio, per essere più precisi : è quello che ha scelto la “badessa” o la “superiora”, come preferite.
Nel suo discorso programmatico, Juncker ha parlato di “un piano di investimenti da 300 miliardi di euro”, da impiegare su “infrastrutture, energia e reindustrializzazione dell’Europa”. Ha anticipato che nominerà un Commissario per l’Immigrazione “in uno spirito di solidarietà”, sottolineando che “serve una forte politica comune dell’asilo”, ed una grande fermezza contro l’immigrazione illegale.
In pratica, l’esatto contrario di quanto ha fatto finora l’Unione Europea, che ha lasciato il Governo italiano completamente solo per anni, davanti alla immane tragedia dell’immigrazione dall’Africa.
Il suo discorso a difesa dell’euro è stato accolto dai fischi da parte della pattuglia degli euroscettici dell’UKIP e di altri europarlamentari.
Il Sottosegretario italiano agli Affari Europei Sandro Gozi, in relazione all’alzata di scudi di alcuni Governi contro la nomina di Federica Mogherini quale Alto Rappresentante della Politica Estera dell’Unione Europea, ha precisato che la nomina spetta ai socialisti, e che tutti i rappresentanti del partito sostengono il nostro Ministro degli Esteri. Gozi ha anche sottolineato che “se sarà necessario sarà designata a maggioranza”.
Il che significa, in parole povere, che Matteo Renzi intende insistere fino in fondo sulla candidatura del suo Ministro, senza curarsi dell’opposizione di “10-11 Paesi della UE”, almeno secondo le ultime indiscrezioni, che ritengono Mogherini “troppo vicina alla Russia”.
Riassumendo, quindi, 250 europarlamentari hanno votato contro la nomina di Juncker alla Presidenza della Commissione UE; e 10-11 Paesi su 28 sarebbero contro la nomina di Federica Mogherini quale rappresentante della politica estera dell’Unione, ritenendola “troppo amica di Putin”.
Forse non è proprio un caso che un vecchio democristiano, esperto e smaliziato, come l’ex Premier Lussemburghese Juncker, nel suo discorso programmatico -parlando dell’incarico per gli Affari Esteri della UE- abbia anticipato che “l’Alto Rappresentante della UE avrà alcuni delegati e dovrà essere un attore forte e con esperienza e lavorare in concerto con i Commissari al Commercio, allo Sviluppo, agli Aiuti Umanitari e alle Politiche del Vicinato”.
In casa nostra, nella Prima Repubblica, questi espedienti servivano per “aggirare il problema, depotenziando l’incarico del candidato contestato”. Se così fosse, troveremo sicuramente, tra i c.d. “delegati” annunciati dal Presidente Juncker, qualche rappresentante del gruppo dei “dissidenti”, contrari alla nomina di Federica Mogherini. Staremo a vedere.
Moreno Morando
(15 luglio 2014)
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