Nomine Unione Europea
Veto su Federica Mogherini "ministro degli esteri dell'UE"
La Polonia e le tre Repubbliche Baltiche hanno posto il veto sulla nomina del nostro Ministro degli Esteri alla carica di Alto Rappresentante per la Politica Estera della UE. Federica Mogherini e' ritenuta "troppo vicino alla Russia di Vladimir Putin".
Dopo il voto dell’Europarlamento sul Presidente della Commissione Europea, i Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri si riuniranno per dirimere la questione delle nomine UE. Il Premier italiano, dopo aver preso atto che non sarebbe stato possibile ottenere per un rappresentante del nostro Governo la poltrona più ambita -quella degli Affari Economici- ha optato per quella dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea, attualmente occupata dalla britannica Ashton, da affidare al Ministro degli Esteri Federica Mogherini.
Per la verità la nobile inglese -Lady Catherine Ashton, appunto- non lascerà un gran ricordo alla guida della “Politica Estera della UE”, per il semplice fatto che in realtà non è mai esistita una politica estera comune degli Stati membri. Tanto che ognuno -soprattutto quelli politicamente ed economicamente più forti- è sempre andato avanti per conto proprio, così da far scrivere ad Eugenio Scalfari che “quella poltrona non conta assolutamente nulla”.
Probabilmente, però, non è del tutto così, dato che proprio in queste ore la Polonia e le tre Repubbliche Baltiche hanno “formalizzato” una sorta di veto nei confronti di Federica Mogherini, ritenuta “troppo vicina alla Russia di Putin”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e fatto perdere la pazienza ai quattro Paesi un tempo nell’area d’influenza dell’Unione Sovietica, sarebbe stata la visita al Cremlino del nostro Ministro nella veste di rappresentante della Presidenza di turno della UE e le voci diffuse subito dopo del suo appoggio alla conclusione dei lavori del gasdotto “South Stream”, opera della russa Gazprom.
Quest’opera dovrebbe collegare i giacimenti russi all’Austria, passando dal fondo del Mar Nero ed, in verità, è nata con la collaborazione tecnica dell’italiana ENI, della francese EDF e della tedesca Wintershale; con il pieno appoggio del Governo italiano ed attesa da molti Paesi come arteria di energia.
Tuttavia, Bruxelles ritiene che il suo principale obiettivo potrebbe essere quello di “sabotare” l’indipendenza economica e la sicurezza energetica dell’Unione Europea e di isolare l’Ucraina. Al veto sulla Mogherini si aggiungono le rinnovate polemiche sul fatto che sarebbe l’Italia il vero ostacolo all’adozione delle sanzioni occidentali contro Mosca per la questione della Crimea.
Vedremo se Matteo Renzi sarà in grado di superare gli ultimi impedimenti che si frappongono per portare il nostro Ministro degli Esteri ad occupare la poltrona della Ashton.
Una cosa, peraltro, è assolutamente certa : Vladimir Putin è ormai diventato il protagonista assoluto sullo scacchiere della politica mondiale, mettendo sempre più alle corde il Presidente Americano Barack Obama, che in pochi anni sta “guidando” gli Stati Uniti da una debàcle all'altra in occasione delle varie “crisi regionali”; siano esse europee, mediorientali o asiatiche. Con ogni probabilità, quando lascerà la Casa Bianca, gli U.S.A. avranno perso molta della straordinaria influenza che hanno avuto in gran parte del mondo negli ultimi 70 anni.
Dall’altra parte, invece, Putin sta tessendo relazioni e proficue alleanze in ogni parte del mondo; e pochi giorni fa ha addirittura annunciato la nascita a breve della “Banca Mondiale dei Paesi emergenti”, vale a dire del club denominato con l’acronimo BRICS, per indicare : Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
La creazione di questa Banca (ma anche di un Fondo Valutario comune) è, in effetti, un obiettivo di lungo corso dei Paesi BRICS, che da sempre si sentono “poco o male rappresentati dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale”, che ritengono troppo vicini agli interessi degli Stati Uniti e dei suoi alleati occidentali.
Moreno Morando
(14 luglio 2014)
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