Riforme
Italiani piu' interessati al lavoro che alle Riforme
Secondo tutti gli istituti di ricerca che si sono pronunciati negli ultimi giorni, la preoccupazione principale e' la disoccupazione e la crisi economica, non la riforma del Senato
Nei giorni scorsi Adnkronos ha interpellato alcuni esperti in sondaggi di opinione sulla situazione caotica creatasi per l’aspro confronto politico in corso tra favorevoli e contrari alle riforme costituzionali volute da Matteo Renzi.
Ne è risultato un quadro per la verità un po’ contraddittorio, nel senso che gli italiani -lo ha detto alla stessa agenzia, Renato Mannheimer- “non sono molto interessati alle riforme costituzionali”, per loro i problemi più importanti sono (e non è una gran novità) “il lavoro, sia in riferimento alla disoccupazione, sia alla riforma del mercato”. Poi, in ordine, viene “la questione delle tasse”.
“La riforma del Senato è”, secondo Mannheimer, “uno degli ultimi temi citati”. In realtà, la maggior parte degli intervistati “appoggia il Governo” e “vive come una lungaggine quello che sta succedendo” a Palazzo Madama.
“Sono favorevoli ad una linea decisionista”, ma -nel merito- sempre Adnkronos riferisce che, tuttavia, “la stragrande maggioranza è per un Senato elettivo”.
Su questa linea anche Antonio Noto di IPR Marketing; mentre Maurizio Pessoto della SWG -continua l’agenzia- sottolinea che “continua a prevalere la fiducia nel Presidente del Consiglio e nel Governo visti come un punto di riferimento ai quali si chiede in generale di muovere uno stallo insopportabile”.
Anche Pessoto, peraltro, segnala “una forte richiesta di chiudere con i parlamentari decisi dall’alto”, aggiungendo, “con particolare riferimento alla possibilità di scegliere gli eletti”.
Ne avevamo parlato nei giorni scorsi sul “Quotidiano della P.A.”, richiamandoci ad un articolo scritto per il Corriere della Sera da Nando Pagnoncelli, nel quale esponeva i risultati di una ricerca dell’Ipsos -di cui è presidente-, dal quale sostanzialmente emergeva che, sulla riforma del Senato, circa il 75% degli italiani vorrebbe un’assemblea elettiva, cioè esattamente il contrario di quello che prevede la riforma caldeggiata da Matteo Renzi.
Il Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, con la sua consueta grinta, ha dichiarato anche ieri che il Governo non si farà “fermare da chi è contrario alle riforme, perché ce lo hanno chiesto gli italiani”, riferendosi evidentemente al risultato delle elezioni europee ed, immagino, anche a chi ha scelto Renzi come segretario del PD.
In verità, occorre precisare che le elezioni interne del Partito democratico riguardano solo una piccola parte della platea degli elettori e, quanto al voto per rinnovare il Parlamento di Strasburgo, in quell’occasione essi non sono stati chiamati certo ad esprimersi sul “contenuto delle riforme”.
Anzi, per la precisione, tutti i sondaggisti che si sono pronunciati negli ultimi giorni sono sostanzialmente d’accordo sul fatto che “agli italiani non importa molto delle riforme istituzionali” e, in verità, “ la maggior parte di loro non conosce il contenuto essenziale delle riforme costituzionali volute da Matteo Renzi”.
Dalle stesse ricerche degli istituti specializzati risulta senza ombra di dubbio che i nostri connazionali sono preoccupati “per il lavoro, per la disoccupazione sempre più alta, per la crisi economica, per la difficoltà ad arrivare a fine mese, che riguarda milioni e milioni di persone”.
Per il resto, non c’è dubbio che gli italiani vogliono il “cambiamento” e la fine dell’immobilismo; e per questo vedono in Renzi un politico in grado di “battersi per il rinnovamento e contro la burocrazia”.
Diverso, però, il discorso quando si comincia a discutere di “cosa fare e come”, perché allora le posizioni sono molto più variegate.
Moreno Morando
(27 luglio 2014)
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