Corte Costituzionale
La Germania di Angela Merkel dovrá risarcire le vittime dei nazisti?
Una sentenza della Consulta apre le porte alla competenza del giudice italiano sulle richieste di risarcimento avanzate da vittime del nazismo nei confronti della Germania.
La Corte Costituzionale ha sancito la competenza del giudice italiano a decidere in merito alle richieste di risarcimento avanzate, da vittime del nazismo, nei confronti della Repubblica Federale di Germania. Ne dà notizia adnkrons.
Il principio si ricava dalla nota con la quale la Consulta ha dato conto della Camera di Consiglio di oggi, nella quale è stato dichiarato che “il principio dell’immunità degli Stati dalla giurisdizione civile degli altri Stati, generalmente riconosciuto nel diritto internazionale, non opera nel nostro ordinamento, qualora riguardi comportamenti illegittimi di uno Stato qualificabili e qualificati come crimini di guerra e contro l’umanità, lesivi di diritti inviolabili della persona garantiti dalla Costituzione”.
In sostanza, la Consulta ha “dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme di diritto interno che impediscono al giudice italiano di accertare l’eventuale responsabilità civile di un altro Stato per tali gravissime violazioni, commesse nel territorio nazionale a danno di cittadini italiani”.
La Corte Costituzionale, sempre nella nota richiamata, ha evidenziato come “queste norme, precisamente perché impediscono l’accertamento giurisdizionale di tale responsabilità e dell’eventuale diritto al risarcimento dei danni subiti dalle vittime, sono state giudicate lesive dei principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale sanciti dagli articoli 2 e 24 della Costituzione”.
In particolare, la pronuncia della Consulta era stata richiesta in ordine all’ammissibilità “della richiesta di risarcimento alla Germania da parte delle vittime dei nazisti, rastrellate, portate nei campi di lavoro e di concentramento e obbligate a dure attività anche per 12 ore al giorno”. Erano chiamati gli “schiavi di Hitler”; si tratta di deportati italiani, costretti a lavorare per il Terzo Reich per circa 20 mesi, dal settembre 1943 fino al maggio 1945.
Il Procuratore Militare di Roma Marco De Paolis ha sottolineato che “si riapre una pagina di giustizia per le vittime dei crimini di guerra e per gli internati militari italiani”. Auspicando che sia possibile arrivare “se non a un risarcimento integrale, a una significativa riparazione di danni oggettivi e rilevanti”.
Il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), Renzo Gattegna, ha dichiarato che si tratta di una sentenza storica, che stabilisce un principio: “non ci sono termini di prescrizione per procedere contro i crimini di guerra”.
Sarà interessante ascoltare la reazione -sempre ammesso che ce ne sia una- da parte del Governo Federale tedesco, guidato da Angela Merkel, alla sentenza della nostra Corte Costituzionale.
Moreno Morando
(23 ottobre 2014)
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