Tasse sulla casa
TASI: "grande e' la confusione sotto il cielo ...."
Giornali, tv, centri studi, associazione di categoria offrono analisi e valutazioni comparative rispetto all'Imu; ma tutto dipende dalla delibera del comune.
“Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente”. E’ una citazione di Mao Tse Tung, ma escludo che l’avrebbe utilizzata anche per la situazione della Tasi, la nuova imposta comunale che ha preso il posto del’IMU, per quello che riguarda l’abitazione principale. Probabilmente, come noi, si sarebbe fermato anche lui solo alla prima parte.
Sono in molti, in questi giorni, ad occuparsi della Tasi, una delle tre parti in cui è stata divisa l’IMU, l’imposta municipale unica (poi c’è la Tari per i rifiuti e l’Imu per gli immobili diversi dall’abitazione principale). La cosa strana è che quotidiani, centri studi, associazioni di categoria e quant’altro, dicono spesso cose molto diverse l’uno dall’altro.
Ad esempio, secondo il Corriere della Sera, la Tasi rischia di essere ben più cara dell’Imu in gran parte dei comuni, tenendo presente che sugli 8.057 enti attualmente esistenti, hanno deciso le aliquote nei termini previsti in 7.405. Per gli altri 600 circa si applicheranno le aliquote decise a livello nazionale, pagando con una sola rata entro il prossimo 16 dicembre.
L’associazione Nazionale dei Comuni, da parte sua, sostiene che nei comuni che avevano fissato le aliquote entro maggio (prima rata pagata a giugno) sulla prima casa, i cittadini hanno pagato il 30% in meno. Tuttavia, va segnalato che i Caf e vari centri studi ritengono, al contrario, che a conti fatti si pagherà di più dei 4,4 miliardi di euro complessivi relativi all’Imu del 2012.
La Cgia di Mestre, a sua volta, ha detto una cosa ancora diversa, vale a dire che -secondo i suoi calcoli- la Tasi sarà più cara dell’Imu in un comune su due. Come stanno, dunque, veramente le cose? Il Post ha provato a fare un po’ di chiarezza in questa intricatissima situazione. Infatti, al contrario dell’Imu -abbastanza semplice da calcolare- il metodo scelto per la Tasi è più complicato.
In sostanza, l’aliquota base fissata a livello nazionale è l’uno per mille, ma è stata lasciata ai comuni la facoltà di aumentarla fino al 2,5 per mille. Tanto per complicare ulteriormente il calcolo, è stata concessa anche l’opzione di decidere un ulteriore aumento dello 0,8 per mille, ma solo al fine di concedere “detrazioni”. Cioè : se incassi “100” con lo 0,8 in più , devi concedere “100” di detrazioni.
A questo proposito, è proprio la questione delle detrazioni il punto più delicato dell’intera questione. Infatti, l’Imu prevedeva una detrazione di 200 euro per tutti, oltre ad altri 50 euro per ogni figlio a carico sotto i 26 anni (al massimo si potevano detrarre altri 200 euro).
Con la Tasi tutto questo è scomparso; ai comuni è stata lasciata un’ampia gamma di possibilità nella scelta delle detrazioni. In questo modo, tuttavia, ci si trova di fronte ad una miriade di soluzioni, davanti alle quali è difficile fare sintesi al fine di offrire dati precisi di riferimento.
Oltretutto, va chiarito che tutte le analisi e le valutazioni offerte al pubblico, sul punto, da giornali e vari centri studi, non possono che basarsi esclusivamente sui dati dei 2.500 comuni che hanno stabilito l’aliquota entro maggio. La gran parte, tuttavia, lo ha fatto entro il 10 settembre ed è praticamente impossibile avere a disposizione tutte le relative delibere per fare un’analisi accurata. Infine, ci sono poi gli altri 600 comuni che non hanno deciso nulla e che incasseranno solo l’aliquota base dell’1 per mille. Ad ogni modo, per quanto risulta fino a questo momento, l'aliquota media applicata dovrebbe sfiorare l'1,95 per mille; mentre, per quanto riguarda le detrazioni, allo stato risultano applicate solo da un comune su tre.
In conclusione, la Tasi costerà di più o di meno dell’Imu? In realtà, nessuno può ancora saperlo con precisione, visto che bisognerà aspettare di elaborare tutti i dati dei comuni che hanno deciso l’aliquota a settembre. Il Post segnala che molti centri studi ritengono che “alcuni pagheranno di più”. In sostanza, tutto dipende dal nuovo metodo delle detrazioni scelto dal Legislatore.
Ne deriva che saranno sicuramente penalizzati i contribuenti con figli a carico e coloro che, usufruendo della detrazione fissa per tutti dei 200 euro prevista a suo tempo per l’Imu, alla fine magari non pagavano nulla o quasi. Sempre Il Post, ha fatto notare che molti media hanno impropriamente evidenziato che “la Tasi sarà pagata in misura maggiore dai più poveri”, dato che non ci sono più quelle detrazioni.
Per la verità, il vecchio meccanismo delle detrazioni dell’Imu non c’entrava assolutamente nulla con il reddito di chi era tenuto a pagare l’imposta; il riferimento normativo riguardava, infatti, solo “i figli a carico”. Insomma, si vedono in giro tanti “titoli ad effetto”, ma la verità è che nessuno può affermare “con precisione” se si pagherà di più o di meno.
C’è, ad esempio, anche chi -come il centro studi della Uil- afferma che la Tasi costerà meno dell’Imu; ed, in particolare, “il costo medio annuale per ogni famiglia” dovrebbe essere di quattro euro in meno della media pagata per l’Imu sull’abitazione principale.
La realtà, è che di fronte a ben 7.045 comuni italiani che hanno adottato delibere diverse, parlare di “costo medio annuale per ogni famiglia” ha, in fondo, un’importanza assolutamente relativa. Tutto dipende, infatti, dalle delibere del comune di residenza; con la precisazione che, nei comuni dove non si è deciso niente, si pagherà “solo” l’uno per mille.
In pratica, un po’ aveva ragione Mao Tse Tung: “grande è la confusione sotto il cielo …….”.
Moreno Morando
(20 settembre 2014)
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