Pubblica Amministrazione
Diversi provvedimenti sul tavolo della Riforma della P.A.
In vista delle decisioni del Governo nella riunione fissata per il 13 giugno, il ministro Madia ha convocato le OO.SS. di categoria, aggiungendo ai 44 punti gia' oggetto di consultazione anche il tema del rinnovo del contratto.
Matteo Renzi aveva fissato come termine ultimo per la presentazione del piano di Riforma della P.A. il 13 giugno. In vista di quell’appuntamento il ministro Marianna Madia ha convocato i sindacati di categoria, aggiungendo ai 44 punti già oggetto di consultazione fin dal mese di aprile, il tema del rinnovo del contratto del pubblico impiego.
La richiesta era stata fin da subito formulata dalle organizzazioni sindacali, dato che il contratto è fermo dal 2009 ed è valido fino alla fine di quest’anno. In realtà il Documento di Economia Finanziaria (DEF), approvato il mese scorso dall’Esecutivo, non indica risorse per il rinnovo nel 2015. In ogni caso, la questione è stata posta all’ordine del giorno dell’incontro con i rappresentanti dei lavoratori e sarà poi il Governo a fare le opportune valutazioni in merito.
Rispetto a quanto è stato annunciato in precedenza dal ministro Madia sul progetto complessivo della Riforma, si segnalano alcune modifiche. Prima di tutto si evidenzia uno “stop” rispetto all’intenzione di procedere con i “prepensionamenti” e al c.d. “esonero in servizio”, in base al quale si sarebbe rimasti a casa con metà stipendio.
Si intende invece procedere potenziando e modificando l’istituto della mobilità volontaria ed obbligatoria, che nelle intenzioni del ministro si dovrebbe attuare anche senza il consenso dell’interessato, con la garanzia di mantenere lo stesso trattamento economico. Il tutto, naturalmente, in un limite geografico ben definito.
E’ prevista, inoltre, l’abrogazione dell’istituto del “trattenimento in servizio” oltre l’età pensionabile ed il divieto di conferire incarichi di consulenza di qualunque tipo al dirigente che va in pensione.
Quanto al “turn over”, il ministro Madia proporrà una semplificazione complessiva per assicurare maggiori ingressi e con il fine di consentire all’Amministrazione una maggiore discrezionalità nella programmazione, pur nel rispetto dell’equilibrio finanziario. In sostanza, si dovrebbe andare verso il superamento dell’istituto della pianta organica, non ragionando più in base al numero dei dipendenti (sulle “teste”), ma sulla spesa complessiva, che ovviamente dovrà rimanere invariata.
Moreno Morando
(11 giugno 2014)
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