Riforme
Il M5S riapre i giochi e chiede una risposta scritta al PD su sei punti
Proprio quando sembrava che i pentastellati si fossero alzati dal tavolo della discussione, sono rientrati in gioco con una nota firmata anche da Grillo e Casaleggio.
Il Premier Renzi dall’Africa annuncia che questa è la settimana decisiva e dopo il confronto si passerà finalmente al voto sulle riforme, perché non bisogna dare spazio a chi vuole fare ostruzionismo.
Intanto, proprio quando la partita sembrava ormai chiusa il M5S è rientrato in scena con un post sul Blog di Grillo, firmato dai quattro parlamentari che avevano incontrato il PD giovedì scorso, oltre che da Beppe Grillo e Roberto Casaleggio, nell’evidente intento di smentire le accuse di divisioni interne al Movimento lanciate da Matteo Renzi.
I pentastellati si dichiarano disponibili a tornare al tavole delle trattative con i democratici “non appena avrete risposto ai nostri 6 punti. Fate presto. Le riforme, come voi dite da sempre, non possono più aspettare". In sostanza il M5S chiede una risposta scritta, come condizione imprescindibile per tornare a discutere della legge elettorale.
Ecco le questioni sulle quali si chiede al PD di prendere posizione :
a) Il doppio turno. In pratica, Grillo, Casaleggio, Di Maio e gli altri firmatari ritengono che ci sia “il rischio di una sorta di effetto distorsivo”, perché al ballottaggio potrebbe vincere chi era arrivato secondo con largo distacco, come è successo spesso nelle elezioni amministrative. Se questo può essere ammissibile nelle elezioni locali, non può essere accettato sul piano nazionale.
b) Il premio di maggioranza. Il M5s è disponibile ad accettare un premio di maggioranza del 15% o un premio finale che assicuri, comunque, la maggioranza assoluta al vincitore, ma a condizione che si stabilisca una percentuale di consenso minima per poterlo ottenere, vale a dire almeno il 35% dei voti al primo turno.
c) Tuttavia, la quantificazione del premio di maggioranza va direttamente collegata all’assoluta necessità di prevedere meccanismi di garanzia costituzionale riguardo al potere di elezione dei giudici costituzionali o alle maggioranze richieste sia per l’elezione del Capo dello Stato, che per il processo di revisione costituzionale.
d) Le preferenze. Il M5s le ritiene indispensabili. “Ci siamo fatti carico di evitare la degenerazione del voto di preferenza in senso clientelare indicando un possibile rimedio nel sistema del voto disgiunto fra voto di lista e voto di preferenza”.
e) Coalizioni e clausole di sbarramento. “Riteniamo che l’eventuale premio di maggioranza sia assegnato al singolo partito e non alle coalizioni”. Ma perché questa proposta sia efficace, occorre eliminare le soglie di sbarramento o, quantomeno, ridurle al minimo (l'1%) , perché in caso contrario non si raggiungerebbe l’effetto sperato.
f) Soglie di sbarramento ed effetto di sommatoria. In certi casi, “le soglie di sbarramento finiscono inevitabilmente per accrescere il premio di maggioranza”. Se, ad esempio, la soglia fosse fissata al 2% e ci fossero diversi partiti che si fermano sotto lo sbarramento, succederebbe che una percentuale rilevante di seggi non assegnati (anche oltre il 10%) andrebbe ai partiti maggiori ed, in primo luogo, al partito vincitore, “il cui bottino elettorale si accrescerebbe di un buon 5-6% avvicinandosi pericolosamente alla soglie necessarie per la revisione costituzionale.” Oltretutto, “lo sbarramento non avrebbe alcun effetto ai fini della governabilità, in presenza di un sistema che già garantirebbe una maggioranza di governo”. Infine, in questo modo non si garantirebbe la “rappresentanza”, andando quasi sicuramente ad una bocciatura da parte della Corte.
Moreno Morando
(20 luglio 2014)
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