America
Uccise un giovane di colore, oggi la decisione del Grand Jury per l'agente Wilson
Usa col fiato sospeso, la mancata incriminazione potrebbe far esplodere le proteste. Intanto venerdì e sabato uccisi altri due afroamericani: un 28enne disarmato e un bambino di soli 12 anni con una pistola giocattolo in un parco.
Quella di oggi in America sarà una giornata importante: si decide infatti l'incriminazione dell’agente di polizia Darren Wilson, che lo scorso 9 agosto uccise un ragazzo afroamericano di 18 anni, Michael Brown, nella cittadina di Ferguson, Missouri. Un caso che portò a disordini e scontri e che oggi sarà all'attenzione del Grand Jury, una corte di 12 membri che potrebbe decidere per l'incriminazione (servono 9 voti).
A rendere tutto ancora più delicato sono purtroppo gli eventi avvenuti tra venerdì e sabato. A New York infatti, il 28enne Akai Gurley, anch'egli un giovane di colore, è stato colpito al petto e ucciso dai colpi di pistola sparati da un altro poliziotto, sembra appena arruolato, durante una perquisizione. E' avvenuto sulle scale del palazzo e sotto gli occhi della fidanzata della vittima. L'agente Peter Liang stava effettuando con un collega una “perlustrazione verticale”. Di fatto scendeva dall'ultimo piano per raggiungere il piano terra di un palazzo. Al settimo piano si è trovato di fronte la vittima che era in compagnia della fidanzata, Melissa Buttler. Ha estratto l'arma e ha fatto fuoco. Il capo della Polizia ha definito l'episodio “un tragico errore”. La vittima era disarmata e, lo ammettono le stesse autorità, non avrebbe fatto nulla per provocare la reazione spropositata del poliziotto.
Ma la lunga scia di sangue e morte non si arresta.
Sabato la vittima degli spari di un poliziotto aveva solo 12 anni. E' successo in Ohio, a Cleveland. Un agente è intervenuto presso un parco pubblico. Erano circa le 15 e 30 ed il ragazzino stava armeggiando con una pistola giocattolo. Il poliziotto sembra avergli intimato l'alt, ma il bambino avrebbe forse mosso le mani verso la pistola. Il poliziotto ha fatto fuoco colpendolo allo stomaco. Un fatto incredibile anche alla luce delle indiscrezioni che stanno animando le polemiche e le proteste della comunità afroamericana: chi ha allertato il 911 (il nostro 113 o 112) avrebbe riferito la giovane età del soggetto visto armeggiare con l'arma nel parco ed avrebbe anche riferito il sospetto che l'arma fosse un giocattolo. La posizione della Polizia invece è che i due agenti avrebbero capito che l'arma fosse finta solo dopo aver sparato.
Quella di oggi quindi sarà una giornata non solo importante, ma molto delicata. Da più parti si ipotizza che il Grand Jury decida di non incriminare l'agente Wilson di omicidio volontario e il Procuratore della contea (nel Missouri) Robert McCulloch ha preannunciato che “nel caso in cui Wilson non sia incriminato, chiederò al tribunale un’ordinanza per la desecretazione di tutte le prove considerate” e sembra che uno dei giudici a cui potrebbe essere presentata la richiesta, la giudice Carolyn Whittington, si sarebbe già detta pronta ad accoglierla.
Si tratta di casi troppo simili: poliziotto bianco che uccide uomo di colore. Per questo la decisione è tanto delicata: la mancata incriminazione potrebbe scatenare proteste che si teme possano estendersi a tutto il Paese. Dall'agosto ad oggi si sono mobilitati in tanti, associazioni comprese. E' stata posta anche una ricompensa (da gruppi come Black Rebels e Militant Resistent) per chi sia in grado di fornire indicazioni su dove l'agente Wilson sia in attesa della decisione. Anonymous ha intimato alle autorità e ai membri del Ku Klux Clan che si è mobilitato, di mantenere la calma minacciando ripercussioni non specificate.
I tentativi di calmare gli animi arrivano anche dal padre della vittima: “Non importa cosa deciderà il Grand Jury, non voglio che mio figlio sia morto invano – ha detto Mike Brown -, ma auspico un cambiamento eccezionale e in positivo che trasformi St. Louis in una città migliore per tutti”.
Il ministro della Giustizia, Eric Holder: “La storia ci ha mostrato come i movimenti più riusciti e duraturi per il cambiamento sono quelli che aderiscono alla non aggressione e alla non violenza. Chiedo dunque a tutti coloro che cercano di dar voce alle cause importanti di farlo in un modo che rispetti il loro obiettivo”.
Intanto però a Ferguson sono già dislocati militari della Guardia nazionale, teste di cuoio e agenti dell'Fbi. L'America attende.
Giuseppe Bianchi
(24 novembre 2014)
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