"ex compagnia di bandiera"
Firmata l'intesa tra Alitalia ed Etihad
L'accordo dovra' ora essere esaminato dalla Commissione Europea per verificare che sia rispettata la normativa UE
Dopo più di otto mesi di trattative, di polemiche e duro confronto con alcune sigle sindacali, ieri è arrivata la firma dell’intesa tra Alitalia ed Etihad. Lo hanno annunciato l’a.d. della compagnia italiana Gabriele Del Torchio e James Hogan per la società degli Emirati Arabi.
L’accordo ora dovrà essere esaminato dall’Unione Europea e, se tutto procederà bene, il contratto potrà essere definito nei dettagli entro l’autunno.
Poche ore prima l’assemblea dei soci dell’ex compagnia di bandiera aveva approvato sia l’aumento di capitale di 300 milioni, che il contenuto dell’intesa con gli emiratini.
Si punta a tornare in utile nel giro di un triennio, grazie ad investimenti superiori al miliardo e ad un impegno finanziario di oltre 800 milioni per i soci, con la speranza di incrementare rotte e destinazioni.
Il ceo di Etihad James Hogan ha sottolineato che l’investimento della sua compagnia è di 1,758 miliardi di euro, “ora l’impegno è di costruire un’Alitalia più forte. In questa fase di transizione ci saranno scelte difficili da fare”, ha concluso il plenipotenziario australiano della compagnia di Abu Dhabi.
Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio ha espresso soddisfazione “per la firma dell’accordo”; mentre il Ministro Maurizio Lupi si è mostrato addirittura entusiasta, sottolineando che “Alitalia tornerà ad essere tra le prime compagnie del mondo”. Secondo il Ministro, “l’Italia è un grande Paese dove si possono investire grandi risorse”.
Lupi non ha mancato di criticare gli scioperi degli ultimi giorni dei dipendenti, in quanto “la difesa del lavoro non si fa prendendosela con i cittadini”.
Il Fatto Quotidiano segnala che questa operazione non costerà, alle casse dello Stato italiano, meno di 600 milioni di euro, inclusi i trecento milioni di risparmi che la compagnia realizzerà nel 2014 sul costo del lavoro e che diventeranno “oneri sociali”, grazie agli ammortizzatori e al blocco dei contratti.
Questa somma andrebbe ad aggiungersi alle altre, ingentissime, che negli scorsi decenni lo Stato ha versato per tenere in piedi la “compagnia di bandiera”; non ultimi i 4 miliardi decisi dal Governo Berlusconi nel 2008, quando per impedire la cessione ad Air France si “consegnò” l’Alitalia ai c.d. “capitani coraggiosi”, che l’hanno poi portata sull’orlo del fallimento.
Moreno Morando
(9 agosto 2014)
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