"Compagnia di Bandiera"
L'accordo con Etihad "non decolla" senza l'adesione di tutti i sindacati
La mancata sottoscrizione di una parte delle OO.SS. sull'intesa sui costi del lavoro provoca il blocco del contratto tra le due compagnie. Per il Governo "il baratro si avvicina"
Non c’è pace per l’ex compagnia di bandiera. L’assemblea degli azionisti ha approvato il bilancio 2013, che prevede perdite per 569 milioni di euro. Approvato anche l’aumento di capitale fino ad un massimo di 250 milioni; mentre è stato rinviato il via libera all’accordo con Etihad.
L’amministratore delegato Del Torchio ha affermato che “la coesione e la condivisione delle scelte da parte di tutte le sigle sindacali è essenziale per il completamento ed il successo delle intese con Etihad”.
Tuttavia, su questo fronte le notizie sono pessime. Si segnala l’esito negativo del referendum sugli accordi integrativi firmati il 16 e 17 luglio, che prevede tagli sul costo del lavoro per 31 milioni di euro. L’accordo è stato sottoscritto da Cgil-Filt, Cisl, Ugl e Usb; mentre si sono rifiutati di firmare Uiltrasporti, Anpac,Avia e Anpav.
Nella successiva consultazione dei lavoratori ha votato solo il 26,95 dei dipendenti e così il quorum non è stato raggiunto. Ma le sigle sindacali stanno litigando anche sull’interpretazione del risultato.
Per i sottoscrittori dell’intesa, trattandosi di un “referendum abrogativo”, in base alle previsioni del testo unico sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale, il mancato raggiungimento del quorum “conferma la validità degli accordi sottoscritti dal 65% delle rappresentanze sindacali”.
La UILTrasporti la pensa diversamente ed ha formalmente diffidato “dall’applicare accordi che prevedano decurtazioni per i suoi iscritti”.
Intanto il Governo non asconde la grande preoccupazione per il trascinarsi di una trattativa tra Alitalia ed Etihad che, per il Premier Renzi, non ha alternative, se non il fallimento della compagnia italiana.
Il Ministro Lupi, probabilmente indispettito dall’atteggiamento di alcune sigle sindacali, ha evocato lo spettro del baratro, dichiarando a tgcom24 che “l’Alitalia è finora sopravvissuta per gli aiuti dello Stato”. Strana affermazione, in verità. Chissà cosa ne pensano a Bruxelles, visto che gli aiuti pubblici costituiscono concorrenza sleale e, pertanto, sono vietati dalla normativa UE.
Moreno Morando
(26 luglio 2014)
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