Ministro dell'Interno
Alfano non esclude infiltrazioni terroristiche in Italia
Il responsabile del Viminale ha assicurato che la vigilanza resta altissima e che sono state attivate tutte le procedure previste
Poche ore fa il Ministro dell’Interno Angelino Alfano è stato intervistato da Paolo Conti, per il Corriere.it. ed ha, in primo luogo, ribadito la sua linea sulla missione “Mare Nostrum”, anche dopo l’ennesima tragedia del mare verificatasi al largo delle coste della Libia, dove al momento si contano 18 morti, ma sarebbero diverse decine i dispersi.
Il Ministro ha riconfermato che se l’Unione Europea non si farà carico di un problema che non può essere solo “nostro”, allora l’Italia sarà costretta ad adottare le proprie decisioni.
Alla richiesta se esista un pericolo di “infiltrazioni terroristiche con gli sbarchi”, Alfano ha assicurato che “la vigilanza resta altissima”, anche se non è in grado di escludere infiltrazioni di singoli. Il responsabile del Viminale ha evidenziato che “nella pubblicistica jihadista l’Italia” viene spesso descritta ed additata ai militanti come un “nemico”, sia perché a Roma c’è il centro della cristianità, ma anche per la nostra partecipazione alle varie missioni di contrasto al terrorismo promosse dalle istituzioni a livello internazionale.
Il Ministro Alfano, senza poter entrare nei dettagli, ha confermato che ci sono “combattenti italiani attivi in Siria” nelle file dell’Isis (ha parlato di “alcune decine”), tra i quali non mancano “ideologi e reclutatori”. Ha affermato che “siamo in possesso di una lista consolidata”.
In ordine agli eventuali pericoli per l’Italia, Angelino Alfano ha ammesso che “circa il quadro generale, i pericoli sono tanti”. In particolare, ha fatto riferimento ai c.d. “foreign fighters”, una sorta di volontari stranieri che scelgono di partecipare personalmente ai vari conflitti in giro per il mondo, in primo luogo in Siria ed ora anche in Iraq. Vengono addestrati e poi svolgono spesso azioni di proselitismo in Europa.
Il Ministro ha poi accennato anche ai c.d. “lupi solitari”, non direttamente legati alle organizzazioni terroristiche, che si muovono per compiere attacchi “da soli o con micro-cellule”. Secondo Alfano, uno dei problemi più grossi è che questi “foreign fighters” sono spesso cittadini dell’Unione e girano liberamente per gli Stati membri.
Il Ministro dell’Interno ha dichiarato che “l’Italia ha, comunque, una quota inferiore a quella di altri Stati”; confermando, tuttavia, in questo modo, che sono presenti anche sul nostro territorio.
Il Capo del Viminale ha precisato che sono state attivate tutte le procedure e le collaborazioni necessarie e che la vigilanza è massima. Ha inoltre annunciato che ci sarà una nostra specifica proposta di collaborazione europea. Alfano, peraltro, ha sottolineato che, sul piano interno, sarà necessario intervenire con nuovi e specifici strumenti normativi, dato che attualmente non c’è una legge che “punisca la partecipazione del singolo al conflitto armato all’estero”, mentre “è più facile punire “gli arruolatori”.
Moreno Morando
(24 agosto 2014)
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