Energia
Putin ai leader europei: ripianate i debiti dell'Ucraina con Gazprom o dimezziamo le esportazioni
Il presidente russo Putin scrive ai leader europei e avverte che se i fondi concessi all'Ucraina non verranno usati per ripianare i debiti con Gazprom si fermeranno le esportazioni di gas.
Non è un ultimatum, ma "una misura disperata". Così l'ha definita lo stesso Putin. Dinanzi al crescente debito dell'Ucraina verso Gazprom (da marzo sono maturati circa 3,5 miliardi di dollari) per l'acquisto di gas a un prezzo di favore, Putin prende carta e penna e scrive ai leader europei:
"Sfortunatamente, dobbiamo dire che non abbiamo ricevuto ancora alcuna proposta specifica dai nostri partners su come stabilizzare la situazione con la società ucraina che acquista il nostro gas, in modo da poter onorare le obbligazioni contrattuali e assicurare un affidabile transito del gas." E aggiunge: "Date le circostanze, la società russa (Gazprom) ha emesso una fattura anticipata per le consegne di gas all'Ucraina che è in completo accordo con il contratto, e a partire dal 1 giugno le forniture di gas saranno limitate all'ammontare pagato in anticipo dalla società ucraina."
Gazprom, insomma, non è più disponibile a fare credito all'Ucraina. Pagamento anticipato a fronte delle forniture di gas russo. Una misura giustificata da due considerazioni principali. La Russia già dal dicembre 2013 aveva offerto all'Ucraina un prestito di 15 miliardi di $ che sarebbe stato sufficiente a ripianare il debito ucraino verso Gazprom e a risolvere problemi di spesa corrente. Con il susseguirsi degli eventi che hanno condotto al golpe di febbraio, il prestito russo è stato rifiutato dalle nuove autorità di Kiev e sostituito con un prestito di 3,2 miliardi di $ del FMI.
I prestiti del FMI sono subordinati a misure di austerity estremamente rigide e già il governo ucraino ha annunciato una drastica riduzione dello sconto sul gas ai cittadini (che pagano un prezzo agevolato coperto largamente dallo Stato) e un dimezzamento delle pensioni.
Secondo Putin quel prestito da 3,2 miliardi avrebbe potuto coprire comodamente il debito di 3,5 miliardi maturato dalla società ucraina del gas nei confronti di Gazprom, ma non è stato usato come misura punitiva nei confronti della Russia. Di qui la richiesta di fermare la crescita inarrestabile della debitoria, obbligando l'Ucraina al pagamento anticipato delle forniture.
Il dato preoccupa i leader europei perché circa il 50% del gas russo consumato in Europa passa per i gasdotti ucraini. Uno stop alle forniture, conseguente ad un rifiuto dell'Ucraina al pagamento anticipato, potrebbe così "raffreddare" l'inverno degli Europei, Italia in testa.
Francesco Colafemmina
(16 maggio 2014)
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